Teatro Nicola Vaccaj

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Il teatro attualmente intitolato a Nicola Vaccaj fu terminato nel 1795 ma inaugurato solamente il 10 settembre 1797.

Il benestare all’elaborazione e all’approvazione del progetto che risale al 1787, venne concessa dal Cardinale Carandini, cognato di Domenico Parisani, prefetto della Sacra Congregazione del Governo. In suo onore il teatro fu chiamato “dell’ Aquila” dall’ aquila a due teste che compare nello stemma di famiglia. Il progetto e le decorazioni furono affidate all’architetto e pittore Giuseppe Lucatelli.

La facciata, sobria ed elegante, è da considerarsi una delle migliori opere architettoniche di Giuseppe Lucatelli.

Le proporzioni armoniche, la stretta corrispondenza tra le forme architettoniche ed i volumi necessari, ogni modellatura e decorazione barocca, seguono gli stili del neoclassicismo di cui il Lucatelli fu il primo e principale interprete nel maceratese.

Alla sommità dell’ingresso centrale è collocato lo stemma in marmo con “L’Aquila bicipite”; sulla sinistra lo stemma del Comune di Tolentino. La facciata dell’ala aggiunta dall’ ingegner Gullini nel 1879 si presentano più pesanti e meno lineari e, pur integrandosi con l’opera Lucatelliana non riescono a raggiungere il medesimo grado di plasticità e armonia.

Interno

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Il soffitto dell’attuale ingresso è abbellito da pitture del Fontana su disegni dello stesso.

Sulle pareti le cinque tele rettangolari staccate dai prospetti dei palchi al momento del restauro del frontale, e due medaglioni in cornice ottagonale rappresentanti scene mitologiche opere del Lucatelli.

Le tenui e calde tinte e le composizioni neoclassiche avvicinano la pittura del Lucatelli a quella del Correggio – che egli aveva studiato a Parma con profonda attenzione – e di Anton Raffaello Mengs di cui fu il discepolo prediletto.

Il Fontana preparò il disegno per le pareti (forse ripetendo le ripartizioni in quadri della primitiva decorazione del Lucatelli) che furono poi eseguite dai suoi collaboratori, in stile “Pompeiano”.

Nel sipario – dovuto anch’esso al Fontana ed allievi e che sostituì quello del Lucatelli – compare un’architettura fantastica rappresentante Firenze e Venezia i cui elementi di unione sono costituiti dalle due figure dell’umanista Francesco Filelfo, avvolte in un maestoso paludamento, e del condottiero Nicolò Mauruzi a cavallo.

Ambedue infatti ebbero relazioni importanti e di diversa natura con le due illustri città.

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