Palazzo Sangallo

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Di fronte al palazzo comunale s’innalza il Palazzo Sangallo. Palazzo Parisani, detto Palazzo Sangallo dal nome del progettista Antonio da Sangallo il Giovane, viene costruito per il tolentinate Cardinale Ascanio Parisani.

La costruzione inizia presumibilmente intorno al 1540, ma non viene portata a termine per la morte improvvisa del Cardinale che causa l’interruzione dei lavori.

L’edificio rimane allo stato del solo basamento, coperto da un tetto a due spioventi, fino al suo completamento avvenuto nel 1932 su progetto dell’ing. Stefano Gentiloni Silverj.

Del progetto originale esiste un disegno di Antonio da Sangallo, attualmente custodito agli Uffizi, che illustra la zona basamentale. Esistono inoltre documentazioni fotografiche e iconografiche della sua configurazione prima del completamento, ad esempio un ex voto, datato 1806 (n. 352), custodito nella Basilica di S. Nicola.

Attualmente nel palazzo si può visitare il Museo Internazionale della caricatura.

Museo della caricatura

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Il Museo della Caricatura è stato ideato e voluto dal medico, pittore e caricaturista tolentinate Luigi Mari, che è stato anche il fondatore della Biennale Internazionale dell’ Umorismo nell’Arte.

Il museo, prima istituzione culturale del genere in Italia e nel Mondo, è oggi universalmente riconosciuto come un fondamentale riferimento per gli artisti, i critici, gli studiosi e tutti gli appassionati del settore.

Il museo fu inaugurato il 6 settembre 1970, per essere poi sistemato, dal 1993, nel monumentale palazzo Sangallo, al centro della città. Il museo conserva attualmente più di 3000 opere originali dei più celebri maestri della caricatura e del umorismo di ogni tempo e paese.

Dopo i recenti lavori di restauro e di catalogazione delle opere e con la sistemazione organica di giornali, libri e documenti d’epoca, il museo è in grado di offrire al visitatore il più ampio e completo panorama dell’arte umoristica mondiale.

L’ordinamento delle sale espositive, che sviluppa la storia della caricatura dalle origini ai giorni nostri, è stato realizzato in modo da consentire una passeggiata stimolante, singolare, curiosa, di massimo interesse e di suggestivo divertimento culturale.

Il museo si articola in Sala Storica, Sala Caricatura e Sala Umorismo. Sala Caricatura Di grande effetto spettacolare, la Sala della Caricatura è interamente dedicata a ritratti di uomini illustri la cui personalità diversamente interpretata dai massimi caricaturisti del mondo, emerge ancor più viva, pur nella sua “comica” trasfigurazione.

Di particolare rilievo le superbe caricature di Levine; la galleria di personaggi di Ardito, Beni, Forattini, Searle; il tenero Ingrassia (che sarà lo Zio Matto in “Amarcord”) disegnato da Fellini; lo stesso Fellini visto dal suo amico e maestro Nino Za. Ma il settore sicuramente più affascinante è quello riservato alla scultura, dove le mirabili statuette di Gabellini e di Morini, e di molti altri, raggiungono il livello del capolavoro.

Sala Umorismo

La sala umorismo offre un ampio panorama della produzione umoristica mondiale, che permette fra l’altro un confronto immediato tra le diverse “scuole internazionali”.

Per la loro eterogeneità di tecnica e di contenuti, le opere invitano ad una stimolante lettura, e fra gli innumerevoli esempi che si potrebbero dare, suggeriamo: le gustosissime vignette di De Simoni, Lassalvy, Tetsu, Tublek, Wolinski; le stupende tavole di Born; le eleganti composizioni grafiche di Folon, Gilles, Migliorati, e i più recenti “acquisti” Kosobukin, Kudin, Ohmura, Zlatkowski, derivanti dalla Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’arte di cui il Museo della Caricatura è il figlio naturale.

Sala Storica

Nella sala storica sono ospitate opere di straordinario valore artistico dei più grandi maestri della caricatura degli ultimi due secoli: Galantara, Scarpelli, Scalarini, Pannaggi, Novello, Longanesi, Caffè, Borgese, Maccari … Notevoli in particolare, le formidabili caricature di Sacchetti, una raffinatissima tempera di Dudovich, le vigorose sculture di Tirelli.

Di assoluto interesse, inoltre, è la vasta collezione dei più famosi e diffusi giornali satirico-umoristici dell’epoca: dal rarissimo primo numero de “L’Arlecchino” (1859) al “Pasquino” del 1870 (con caricature di Casimiro Teja) ai francesi “Le Rire” e “La Vie Parisienne” all’inglese “Punch”, al tedesco “Simplicissimus”.

Biennale dell’Umorismo

La Biennale di Tolentino è una delle poche istituzioni culturali italiane di carattere internazionale che, dal 1961, si rivolge alla promozione e alla divulgazione della Caricatura e dell’Arte umoristica di ogni tempo e paese.

La prima edizione della “Biennale della Caricatura” – poi denominata “Biennale dell’Umorismo dell’Arte”- fu ideata, organizzata e diretta dal medico e caricaturista tolentinate Luigi Mari (1907-1974) e si svolse dal 10 al 24 settembre 1961.

Vi parteciparono 53 artisti, tutti italiani, e il 1° Premio (intitolato a Cesare Marcorelli, illustre pittore e caricaturista di Tolentino) fu vinto, ex aequo, da Aldo Chiappelli e da Cesare Ciommei.

Già nella seconda edizione del 1963 le nazioni in concorso furono 16 e da allora la partecipazione si è sempre più allargata e consolidata fino a raggiungere, nel 1999, una rappresentanza di 52 paesi con la partecipazione record di 584 autori. Dal 1975 – ottava edizione – la Biennale, per onorare il nome del suo fondatore, ha istituito il Premio Luigi Mari, destinato alla migliore caricatura.

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